Energy Manager ed Esperto in Gestione dell’Energia: professioni cardine per il Green Deal


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La gestione del cambiamento: “dalla black economy alla green economy”

Le occasioni fanno le rivoluzioni”, citava il poeta e scrittore brasiliano Joaquim Maria Machado De Assis nel 1839, e in questo periodo di “occasioni” ve ne sono molte. L’attuale contesto socio-economico si sta confrontato con il problema della sostenibilità, intesa nel suo significato più ampio: sociale, industriale, ambientale, climatico, etico.

E’ innegabile, quindi, che questo cambiamento richieda un’analisi multidisciplinare e visionaria del contesto aziendale, al fine di intraprendere un percorso di cambiamento strutturato.

Ad oggi sono proprio le figure presenti sul mercato quelle in grado di poter avere una visione tecnica, se non addirittura strategica, e che possano supportare le tematiche appena citate. Fra queste, si individuano le figure dell’Energy Manager (Legge 10/91) e dell’Esperto in Gestione dell’Energia (UNI 11339/23).

Queste due figure sono a supporto l’una dell’altra. Questo connubio di professionalità è supportato dal fatto che ormai le competenze richieste convergono entrambe nella nuova edizione della UNI 11339, edizione 2023.

In questa norma si racchiude un concentrato di competenze: dalla conoscenza delle tecniche di Audit e dei Sistemi di Gestione, all’innovazione tecnologica e alla valorizzazione economica dei progetti di efficientamento energetico, passando ovviamente per le tematiche della decarbonizzazione e della sostenibilità.

Oggi questi professionisti sono impegnati nel confrontarsi con la certificazione ISO 50001/18, con i bilanci di sostenibilità (v. CSRD o GRI), dove ovviamente danno un contributo essenziale sul monitoraggio, raccolta e valutazione dei dati afferenti all’energia e all’impatto climatico.

Ovviamente, essi non possono farsi mancare altre tematiche del Green Deal, prima fra tutte l’impronta del carbonio, e quindi la “Carbon Foot Print” con i suoi bilanci sulle emissioni di C02, se non addirittura allo schema ETS (scambio di quote CO2), sulla “Water Foot Print” relativa alla tutela dell’acqua.

E’ necessario mettere “a terra” un piano di azioni per contrastare o attenuare il possibile impatto climatico, garantendo comunque la continuità lavorativa e la sostenibilità economica del contesto in cui si opera. Le azioni, quindi, saranno le più disparate a seconda della realtà aziendale in cui si opera, da cui è fondamentale la capacità di lettura delle dinamiche aziendali. Infatti ogni azione di innovazione, di agevolazione e di efficientamento richiede una valutazione dell’opportunità economica, una quantificazione dei risparmi, una rendicontazione dei risultati, e gestione documentale.

Fulvio Restori svolge l’attività di Energy Manager da più di 25 anni e di Esperto in Gestione dell’Energia fin dall’esordio di questa professione, ed in azienda ha sempre puntato a portare consapevolezza, coinvolgimento ed efficientamento, sia esso gestionale o impiantistico. L’obiettivo è quello di rendere più efficienti le organizzazioni, permettendo loro di ridurre le emissioni, facendole risparmiare sui costi energetici. In questo modo, garantisce loro una maggior possibilità di investimento, cosa che è sia un gran riconoscimento professionale, sia un alto valore etico come contributo alla lotta ai cambiamenti climatici e, ovviamente, alla tutela dei posti di lavoro.

A cura di Giusy M.Luisa Spampinato

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