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Il Nuovo Codice della Strada: legittima difesa o attacco all’automobilista?


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Con l’approvazione definitiva del nuovo Codice della Strada da parte del Senato, gli automobilisti italiani si trovano di fronte a un bivio: adeguarsi a regole sempre più stringenti o soccombere sotto il peso di sanzioni draconiane.

La legge, composta da 36 articoli, mira a un obiettivo nobile: aumentare la sicurezza sulle strade. Ma a quale prezzo? Se da una parte si promuove la tutela della vita, dall’altra sembra che si voglia trasformare ogni guidatore in un potenziale criminale.

Monopattini, finalmente una regolamentazione o un pugno di ferro?

I monopattini elettrici, protagonisti di una vera e propria rivoluzione urbana, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento. La nuova legge prevede casco obbligatorio, assicurazione e l’introduzione di targhe. Chi non rispetterà le regole sarà soggetto a pesanti multe, ma è davvero questa la soluzione?

L’imposizione di una regolamentazione così severa rischia di frenare la diffusione di un mezzo di trasporto ecologico, rendendo la sostenibilità un lusso per pochi. Siamo sicuri che il problema non sia invece la mancanza di infrastrutture adeguate?

Cellulari alla guida: il capro espiatorio del XXI secolo

La distrazione al volante è un problema serio, ma l’inasprimento delle pene per chi utilizza il cellulare rischia di trasformarsi in una crociata ipocrita. Le sanzioni, che possono arrivare alla sospensione immediata della patente, colpiscono duramente chiunque osi rispondere a una chiamata o consultare il GPS.

Eppure, mentre si demonizzano gli smartphone, nulla si dice dei sistemi di infotainment sempre più complessi che distraggono i guidatori tanto quanto uno scroll su Instagram. Il progresso tecnologico è diventato un’arma a doppio taglio, ma a pagare sono sempre gli automobilisti.

Alcol e droga: tolleranza zero o zero comprensione?

Il messaggio è chiaro: chi beve o fa uso di sostanze stupefacenti non deve mettersi al volante. Eppure, il provvedimento rischia di scivolare nella retorica del “pugno duro” senza distinguere tra chi commette infrazioni gravi e chi si trova in situazioni borderline. La tolleranza zero potrebbe tradursi in una caccia alle streghe, colpendo anche chi è ben lontano dal rappresentare un reale pericolo. Serve un approccio più equilibrato che tenga conto del contesto, evitando di punire indiscriminatamente.

Automobilisti: vittime o carnefici?

Non si può negare che le strade italiane abbiano bisogno di maggiore sicurezza, ma la sensazione è che gli automobilisti siano stati trasformati nel bersaglio preferito del legislatore. Le sanzioni aumentano, i controlli si intensificano, ma le infrastrutture restano inadeguate. Strade dissestate, segnaletica confusa e traffico insostenibile sono problemi che nessuna legge può risolvere, eppure si continua a colpevolizzare chi guida.

L’automobilista medio si sente accerchiato: non basta rispettare i limiti di velocità o le precedenze, ora ogni gesto può diventare motivo di punizione. E mentre si parla di sicurezza, lo Stato sembra più interessato a riempire le casse con le multe che a investire in un sistema stradale moderno ed efficiente.

Un passo verso il futuro o un salto nel passato?

Il nuovo Codice della Strada si presenta come un provvedimento necessario per combattere comportamenti pericolosi, ma rischia di essere percepito come un attacco indiscriminato alla libertà di chi guida. Le leggi dovrebbero essere uno strumento di educazione e prevenzione, non un mezzo per criminalizzare intere categorie di cittadini.

Se l’obiettivo è davvero la sicurezza, serve un cambio di paradigma: investimenti in infrastrutture, educazione stradale nelle scuole e incentivi per una mobilità sostenibile. Altrimenti, il rischio è che questo codice diventi l’ennesimo capitolo di una storia già vista, dove a pagare sono sempre e solo gli automobilisti.

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