L’importanza di riportare l’arte alla dignità che le spetta secondo Cristiano Sandona’


L’importanza di riportare l’arte alla dignità che le spetta secondo Cristiano Sandona’ Immagine

Il cuore, la mente, il desiderio, la fede, la capacità… quante sono le cose che si richiedono all’artista!

Ma ve ne sono alcune che risultano ormai trascurate, considerate secondarie. Un tempo si diceva “la mano dell’artista” per indicare un elemento inequivocabile di qualità e di pregio che si rifletteva nelle opere. Cosa che, negli ultimi decenni, è stata sacrificata sull’altare del modernismo più esasperato: via via è venuta a mancare la manualità, una caratteristica troppo dispendiosa e improduttiva per una “società dei consumi” che, malgrado la fretta, ha comunque ha voluto conservare l’arte tra i suoi articoli da vendere.

Tuttavia, si tratta di un’arte spesso improvvisata, veloce, senz’anima, inserita in un panorama in cui è difficile riconoscere la mano dell’artista che l’ha creata.

“Tutti artisti e di fatto nessun artista”: la risposta di Cristiano Sandona’

Cristiano Sandona’, attraverso la sua tecnica, cerca di esprimere una commistione armonica tra etica ed estetica, unendo arte materica alla pittura classica.

La sua passione ha radici molto lontane, che risalgono alla sua infanzia, quando camminava a piedi scalzi nella terra, giocava con l’argilla sulla riva di un torrente, trascorreva gli inverni in una falegnameria che sapeva di bosco. L’adolescenza, invece, gli ha lasciato un desiderio inquieto di modellare creta e ridare vita a vecchie radici di alberi ormai morti.

Questo mi è stato consegnato: Terra e il Fuoco, elementi naturali che hanno contribuito a modellare la mia carne e il mio pensiero”.

Negli anni, ha maturato la consapevolezza che la materia è un qualcosa di vivente, che porta con sé una saggezza che l’uomo, purtroppo, ha smesso di ascoltare. Crede fermamente che nello scolpire o nel modellare l’oggetto si possa rimanere muti e senz’anima, ma anche che se si percepisce la materia stessa come un soggetto dialogante, compagna di viaggio alla ricerca della forma, di una storia, di un racconto, allora le sensibilità si incontrano e si svela un processo intimo, reciproco, che va oltre la Bellezza plastica come semplice armonia di forme e volumi.

D’altronde, “è solo quando l’estetica si coniuga con un processo etico che cerca l’espressione, che l’opera d’arte si manifesta”.

I suoi quadri lo rappresentano e al loro interno vi è la sua anima e la sua storia: ogni opera è figlia di un percorso culturale e dell’anima. A tal proposito, infatti, per la loro realizzazione si ispira a liriche di poeti contemporanei con cui collabora, in particolare la poetessa Sabrina Garbini.
La realizzazione avviene utilizzando diversi
materiali e, attraverso la loro combinazione, cerca di esprimere armonia.

Tra gli obiettivi dell’artista Sandona’, c’è sicuramente quello di rendere l’arte accessibile a un pubblico sempre più vasto: vorrebbe dar vita ad oggetti inanimati e a creare nuove forme innovative per rendere l’arte fruibile anche attraverso il tatto.

A cura di Giusy M.Luisa Spampinato

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