La Dott.ssa Valentina Ceruffi è una psicologa ed operatrice di training autogeno. Il suo percorso si è arricchito negli anni con un master di specializzazione in CTU, presso la scuola di Terapia Familiare Sistemico Relazionale di Treviso, dove ha affrontato casi delicati come l’affido, l’abuso sessuale e la mediazione familiare, imparando ad essere una guida per chi ha bisogno di orientamento e supporto.
Ogni giorno Valentina accompagna i pazienti alla piena riscoperta di sé, attraverso un sostegno psicologico completo e un percorso di educazione alle emozioni. Per Valentina ogni incontro è un’opportunità per costruire ponti verso il benessere emotivo, all’interno di un rifugio sicuro e libero da ogni pregiudizio, in un viaggio di rinascita e guarigione.
La mediazione familiare è un processo volontario in cui una terza parte neutrale, il mediatore, aiuta le famiglie in conflitto a comunicare meglio, esplorare le opzioni e trovare soluzioni accettabili per entrambe le parti. Questo servizio è spesso utilizzato in situazioni di separazione o divorzio, ma può essere utile anche per altri tipi di conflitti familiari.
Quali sono gli obiettivi della mediazione familiare
1. Migliorare la comunicazione: quindi aiutare le parti a parlare e ascoltare in modo efficace.
2. Ridurre i conflitti: quindi creare un ambiente in cui le parti possono discutere le loro differenze in modo costruttivo.
3. Raggiungere accordi pratici: aiutare le parti a trovare soluzioni pratiche e durature per le questioni in sospeso.
4. Sostenere il benessere dei figli: garantire che le decisioni prese siano nel migliore interesse dei figli coinvolti.
1. Costi ridotti: rispetto alle cause legali, la mediazione è generalmente meno costosa.
2. Tempi più rapidi: le soluzioni possono essere raggiunte in tempi più brevi rispetto ai procedimenti giudiziari.
3. Controllo: le parti mantengono il controllo delle decisioni prese, piuttosto che affidarsi a un giudice.
4. Riservatezza: le discussioni in mediazione sono riservate e non possono essere utilizzate in tribunale.
Il mediatore facilita la comunicazione, aiuta le parti a identificare i punti chiave del conflitto e a trovare soluzioni. Le parti possono essere coppie oppure parti della stessa famiglia che hanno necessità di qualcuno che possa aiutarli in momenti particolare di vita.
Il mediatore deve essere adeguatamente formato e spesso ha competenze in diritto, psicologia o lavoro sociale.
1. Primo incontro
2. Sessioni di mediazione
3. Accordo
La mediazione familiare rappresenta un’alternativa preziosa ai procedimenti legali, offrendo un approccio collaborativo e rispettoso per risolvere i conflitti familiari.
“Decidere di intraprendere un percorso psicologico può essere una scelta salutare e proattiva per affrontare diverse problematiche. Ecco alcuni segnali che potrebbero indicare la necessità di considerare il supporto psicologico:
Segnali Emotivi e Psicologici
1. Sentimenti persistenti di tristezza o depressione: Sentirsi giù per un periodo prolungato, senza un apparente motivo, può essere un segnale di depressione.
2. Ansia costante: Sentirsi costantemente preoccupati o ansiosi, anche in assenza di specifiche minacce o stressori, potrebbe indicare un disturbo d’ansia.
3. Sbalzi d’umore: Passare rapidamente da uno stato emotivo all’altro senza una ragione chiara può indicare un problema di regolazione emotiva.
4. Sentimenti di inutilità o colpa eccessiva: Auto-svalutazione persistente e sentimenti di colpa non giustificati possono essere sintomi di depressione.
Segnali Comportamentali
1. Isolamento sociale: Evitare il contatto con amici, familiari e attività sociali che un tempo erano piacevoli.
2. Cambiamenti nelle abitudini alimentari o del sonno: Alterazioni significative nel dormire o mangiare, come insonnia, ipersonnia, perdita o aumento di peso.
3. Difficoltà di concentrazione e indecisione: Problemi nel concentrarsi, prendere decisioni o ricordare le cose.
4. Aumento dell’uso di sostanze: Uso eccessivo di alcol, droghe o altre sostanze come meccanismo di coping.
Segnali Fisici
1. Sintomi fisici inspiegabili: Dolori o malesseri fisici che non hanno una spiegazione medica chiara, come mal di testa, dolori muscolari o problemi gastrointestinali.
2. Affaticamento costante: Sentirsi stanchi tutto il tempo, anche dopo aver riposato adeguatamente.
Segnali Relazionali
1. Problemi nelle relazioni: Conflitti frequenti con partner, familiari o amici, oppure difficoltà a mantenere relazioni significative.
2. Difficoltà a gestire le responsabilità quotidiane: Problemi nel gestire le attività quotidiane, il lavoro o le responsabilità familiari.
Segnali di Urgenza
1. Pensieri suicidi o autolesionisti: Pensieri di farsi del male o di suicidarsi richiedono un’attenzione immediata e l’intervento di un professionista della salute mentale.
2. Perdita di interesse per la vita: Sensazione di vuoto, mancanza di interesse per qualsiasi attività o per la vita in generale.
Quando Rivolgersi a un Professionista
Se uno o più di questi segnali sono presenti e influenzano negativamente la qualità della vita, è consigliabile rivolgersi a un professionista della salute mentale. Psicologi, psicoterapeuti e psichiatri possono fornire il supporto necessario per affrontare e gestire questi problemi.
Intraprendere un percorso psicologico può aiutare a comprendere meglio se stessi, sviluppare strategie più efficaci e migliorare il benessere generale.”
A cura di Marzia Lazzerini