Repertorio antico e musica fantasy: i molteplici linguaggi artistici di Davide Gazzato


Repertorio antico e musica fantasy: i molteplici linguaggi artistici di Davide Gazzato Immagine

Compositore e musicista polistrumentista, Davide Gazzato, si approccia alla musica fin dall’età dei 5 anni, guardando i suoi due fratelli suonare il pianoforte e provando così una grande attrazione per il mondo musicale

Nel corso degli anni e degli studi si destreggia tra uno strumento e l’altro, nello studio e nell’osservazione, senza sceglierne realmente uno nello specifico. Ad oggi, questa sua forte vocazione e dote musicale si è trasformata in una passione per dei generi non propriamente dei più comuni: musica antica e fantasy.

Seppur mondi musicali molto complessi, entrambi incarnano perfettamente la sua passione eterogenea per il mondo della musica: le sue composizioni sono da lui stesso definite medieval-fantasy.

Una passione, la sua, che ha approfondito anche con la Laurea in Archeologia, tramite cui ha avuto la possibilità di conoscere ed appassionarsi allo strumento liuto

Davide si diploma infatti, con il massimo dei voti e la lode in Liuto Rinascimentale e Strumenti Antichi presso il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia.

Ad oggi è attivo sia come solista (liuto rinascimentale e vihuela de mano), sia come continuista (arciliuto e tiorba) in ensembles musicali da camera ed orchestre barocche, partecipando a numerosi concerti strumentali e vocali ed alla realizzazione dei vari allestimenti operistici.

È membro fondatore degli ensembles “La Misticanza”, “Ephēmĕris”, “Lutark” e “Delirium Villici”. Collabora come continuista all’arciliuto e tiorba e come percussionista flautista e suonatore di cornamusa in varie formazioni musicali dedite all’esecuzione della musica antica.

Con gli studi in Archeologia Medievale nasce e si sviluppa in lui anche la passione per l’artigianato. Scopre così, tramite gli scavi archeologici, i manufatti storici da cui trarre ispirazione per i suoi lavori artigianali

Nascono l’Opificio Sutorio, che si occupa della costruzione di scarpe a partire dalla moda londinese di fine XVIII secolo, e la “Fucina di Sirsûl”, un luogo magico in cui scoprire manufatti legati all’epoca medievale e all’immaginario fantastico.

“Davide, tra i diversi strumenti e generi musicali in cui ti cimenti, ad oggi cosa senti più affine alla tua personalità ed al tuo percorso artistico?”

“Nutrendo molteplici interessi e obbiettivi, ora come ora cerco di seguire una linea comune mirata alla salute e alla tranquillità musicale in questo mondo caotico. Da sempre ho avuto il desiderio di ascoltare una musica che mi facesse evadere dalla realtà e ho trovato la soluzione ascoltando colonne sonore dei film come Conan il Barbaro e Conan il Distruttore, composte dal greco Basil Poledouris; la trilogia del Signore degli Anelli composta dal canadese Howard Shore; musica sinfonica del XIX° secolo come The Planets di Gustav Holst; Mozart, Beethoven, Paisiello e per finire immergendomi nelle musiche per videogiochi come la saga di The Elder Scrolls, Ultima IX, Severance Blade of Darkness, etc.

Andando avanti con gli anni ho sentito il desiderio di voler ascoltare della musica che nessuno aveva mai ascoltato e quindi ho iniziato a comporre per immergermi in un mondo parallelo alla realtà, creando dei racconti, delle illustrazioni e dei ricordi di un mondo che è celato ma vivo. E con la musica diviene così vicino e reale.

Solitamente quando compongo inizio da un’idea che può arrivare camminando per strada, scrivendo, ascoltando musica, dormendo. Inizialmente la sviluppo con il liuto. Dopo aver scritto l’intavolatura decido se aggiungere altri strumenti come percussioni, cornamuse, flauti o voci a seconda di ciò che voglio raccontare. In un secondo momento dopo aver completato lo spartito, comincio a registrare tutti gli strumenti tramite una piattaforma di home recording ed infine quando ho ultimato la registrazione riordino le idee e completo la storia della musica. Ora sto lavorando ad un disco che descrive una piccola parte di questo ‘mondo nascosto’.

Per ora prediligo il liuto, ma non sempre è lo strumento principale delle mie composizioni. La scelta della strumentazione dipende da ciò che voglio raccontare: potenti tamburi per un’azione guerresca, piccoli flautini per le melodie dei folletti, voci alcoliche in coro per una serata in taverna, un regale arciliuto per accompagnare i pensieri del re seduto sul suo trono”.

A cura di Marzia Lazzerini

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