Educazione emotiva contro il femminicidio intimo e di genere: voce al Dott. Silvio Zatelli


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Il Dottor Silvio Zatelli è uno psicologo e psicoterapeuta, esperto riguardo a temi legati all’affettività: amicizia e amore, consapevolezza e cultura emotiva

Questi, infatti, sono alcuni dei temi dei testi divulgativi che lo psicologo condivide nel proprio blog online, in cui è presente anche una sezione dedicata alla violenza di genere.

A tal proposito, il Dott. Zatelli distingue due differenti tipologie di crimini, il femminicidio di genere e il femminicidio intimo.

Per femminicidio di genere si intende l’uccisione di una donna in quanto donna, per motivi ostili basati sul suo genere. È una forma arcaica di discriminazione maschilista contro le donne.
Per femminicidio intimo s’intende l’uccisione della propria – o dell’ex – moglie o compagna, all’interno di una relazione intima di convivenza, che avviene di solito fra le mura domestiche. Il 70% dei femminicidi intimi sono causati dalla non accettazione della fine della relazione, il 20% a causa della gelosia, circa il 10% a causa di gravi turbe psicologiche e di personalità esplicite, o occultate, dell’uomo.

“Dott. Zatelli, quale può essere la strategia migliore da attuare per evitare l’ennesimo femminicidio?”

“Separare i due crimini, di genere e intimi: sono due realtà diverse, con approcci contrastivi specifici; passare dalla facile visione criminologica e repressiva, ad una più centrata sui valori umani, tolleranti, positivamente conviventi, in un rapporto intimo d’amore paritario. No allo sciocco derby ‘femminista contro maschilista’! Prevenire e formare, a partire dalla scuola e dalle nuove giovani generazioni. Non usare verso di loro, da soli, o in branco stupratore, l’attenuante “sono fragili”! I preadolescenti e gli adolescenti sono per definizione fragili!

Serve solo formarli e farli uscire dal narcotizzante benessere egoistico edonistico famigliare o da enclavi territoriali delinquenziali.
No alla droga, armi facili, alcool, abuso delinquenziale dei social. No al bullismo maschile. Di solito si tratta di uomini senza cultura umanistica e formazione alla affettività, con affettività negativa. No allo stalking, mobbing, stupro, violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e segregante sociale verso la donna. Intercettare, non tramite l’illusorio profilo del femminicida, inesistente, ma attraverso una costellazione di fattori di alto rischio predittiva di violenza e uccisione delle donne.
La donna nel mondo chiede da sempre di essere donna-vita-libertà, parità, me too! Ce lo chiede ora l’eroina iraniana Masha Amini, uccisa per una ciocca di capelli fuoriuscita dal suo velo.”

Per approfondire l’argomento, altri articoli in merito sono disponibili sul suo sito web, psicologosilviozatelli.it

A cura di Giuseppina Maria Luisa Spampinato

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